Recupero dati

Wisdom effettua recupero dati cancellati o danneggiati.

Effettuiamo recuperi da dispositivi come: hard disk, disco SSD, dischi Server, sistemi raid corrotti, dischi su NAS, Pen Drive USB e Memory Card. 

Operiamo sulle varie piattaforme di sistemi operativi come Microsoft Windows, Apple Mac OS, Linux e Unix; e su i diversi File System come ntfs, ext4, exfat, fat32, hfs+, apfs, etc.

La procedura prevede una prima analisi gratuita per valutare la fattibilità, successivamente, si procede a una prima visione dei file insieme al cliente per poi procedere all’ultima fase del recupero. Il nostro laboratorio dispone della possibilità di intervenire, in caso di guasti importanti, anche in ambienti con atmosfera controllata (camera bianca) o, in caso di memorie elettroniche (SSD, Pen Drive, memorie Flash, memory card etc.) tecniche di chip off.

Tipi di recupero dati:

– Recupero dati cancellati

– Recupero dati da hard disk rotti o danneggiati

– Recupero dati da computer rotti o danneggiati (PC, Apple e Terminali)

– Recupero dati da memorie esterne di qualsiasi tipo

– Recupero dati da Pen Drive USB e Memory Card rotte o danneggiate

– Recupero dati da dischi esterni USB rotti o danneggiati

– Recupero dati da sistemi Server / RAID / NAS cancellati, rotti o danneggiati

– Recupero dati con tecniche Chip – Off su smartphone danneggiati

 

Recupero
dati cancellati

Il recupero dati hard disk è un’attività che può essere effettuata in presenza di dati che sono stati danneggiati o cancellati.

Il recupero può intervenire sia quando si ha a che fare con una cancellazione effettuata per sbaglio, sia quando il danno è provocato dalla rottura del supporto di memoria.
È possibile operare su qualunque tipologia di file system e su ogni piattaforma di sistema operativo: non solo Apple Mac OS e Microsoft Windows, ma anche Unix e Linux.
Il recupero dati cancellati da qualsiasi dispositivo può essere integrato, su richiesta, da una perizia forense con validità legale.

recupero backup firenze

Come funziona il recupero dati

Prima di tutto viene effettuata un’analisi gratuita, allo scopo di verificare la fattibilità dell’intervento. In seguito i file vengono visionati insieme con il cliente, e quindi si effettua la fase di recupero finale.

Quando si è in presenza di guasti importanti, è possibile intervenire in ambienti con atmosfera controllata, la cosiddetta camera bianca; invece tecniche di chip off possono essere adottate quando si lavora su memorie elettroniche come memory card, memorie flash, pen drive e SSD.

Quando è possibile il recupero
dati in camera bianca

Se si deve eseguire il recupero dati da hard disk rotti o danneggiati, dunque, può essere necessario il ricorso alla camera bianca, che garantisce la possibilità di effettuare qualunque intervento in totale sicurezza.

Se, infatti, un hard disk viene aperto in un ambiente diverso dalla camera bianca, il rischio è che la procedura di recupero dei dati abbia esito negativo: infatti sono sufficienti delle micro polveri che si vanno a depositare nei piattelli del disco per fare in modo che esso risulti illeggibile, e dunque il recupero dei dati risulterà compromesso.

F.A.Q.

La camera bianca è un ambiente di lavoro asettico nel quale si può eseguire il recupero dati da pen drive USB e memory card rotte o danneggiate. In questo ambiente l’aria risulta più pulita e purificata rispetto all’aria normale.

Per esempio una Clean Room Iso 5 è caratterizzata da un ambiente che è più pulito tra le 10mila e le 50mila volte in più rispetto all’aria che è presente normalmente in una stanza.

Nel contesto della camera bianca si può effettuare la pulizia dell’aria per mezzo di sistemi di ventilazione per mezzo dei quali si esclude la presenza di particelle pericolose.

La camera bianca è essenziale per il recupero dati da sistemi Server / RAID / NAS cancellati, rotti o danneggiati, ed è caratterizzata dalla presenza di cappe laminari a flusso orizzontale con i cosiddetti filtri Hepa.

Il loro compito è quello di fare in modo che l’aria degli ambienti nei quali vengono effettuati gli interventi di recupero dati possa essere ripulita.

Tramite le cappe con filtro Hepa è possibile beneficiare degli standard di pulizia più elevati; solo l’aria pulita garantisce una sicurezza ottimale per il recupero dei dati.

Il recupero dati con tecniche Chip – Off su smartphone danneggiati è una soluzione che viene sfruttata fra l’altro nelle analisi forensi e più in generale in tutte le situazioni in cui i dispositivi sono andati del tutto distrutti.

Tale tecnica è utile anche quando non è prevista alcuna interfaccia di collegamento per l’estrazione.

Si tratta, dunque, di un sistema di recupero dati hard disk a cui si fa riferimento in casi estremi: una sorta di extrema ratio a cui affidarsi nel caso in cui tutte le altre strategie di data recovery – più semplici e meno invasive – non abbiano dato i risultati sperati.

Quando, dunque, l’estrazione con Joint Test Action Group o i tentativi di riparazione non vanno a buon fine, ecco che interviene il chip – off.

Esso consiste nello smontaggio del dispositivo, in modo che sia possibile individuare la memoria e poi togliere il chip relativo, in cui sono presenti tutte le informazioni che è necessario recuperare.

È possibile effettuare il chip – off non solo sulle pen drive USB, ma anche su molti altri dispositivi, come per esempio i tablet e gli smartphone, ma anche i cellulari di vecchia generazione e i lettori musicali.

Non solo: vi si può ricorrere anche per i registratori audio e, più in generale, per tutti gli altri dispositivi che hanno una memoria. Si sfrutta questo sistema per recuperare i dati da memorie di tipo flash come per esempio NOR, OneNAND, NAND ed eMMC.

Ci possono essere due tipi di chip:

  • i TSOP (acronimo che sta per Thin Small Outline Package)
    i BGA (acronimo che sta per Ball Grid Array).

Per il recupero dei dati basato sul sistema del chip – off è necessario prima di tutto smontare il dispositivo che è stato danneggiato e poi trovare il chip di memoria.

A questo punto, con una strumentazione adeguata si procede alla dissaldatura del chip, il quale poi viene pulito con prodotti chimici ad hoc.

Una volta che è stato verificato lo stato del chip dopo la dissaldatura, esso viene collegato a lettori specifici, in modo che possano essere estratte informazioni allo stato grezzo. A questo punto è possibile convertire i dati in modo che risultino leggibili per gli utenti.

Quando si fa riferimento al recupero dei dati da dispositivi che hanno delle memorie flash installate, si può avere a che fare con varie interfacce di collegamento, da XD a MS, da SATA a USB, da SD a microSD.

Per poter essere salvati nel dispositivo i dati passano prima di tutto dall’interfaccia di collegamento, per poi essere processati dal controller sulla base di regole specifiche; quindi il risultato viene scritto nei chip di memoria.

A ogni variazione dei dati, le informazioni vengono corrette dal controller e si provvede alla sostituzione di ciò che è mutato. In relazione alla procedura inversa, i dati di interesse vengono letti dal controller, che poi li manipola per fare in modo che essi risultino accessibili per gli utenti.

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